Intro:

Questa fanzine invita il lettore a percorrere un itinerario ideale attraverso Roma, da ovest a est, scandito dal fluire delle ore e dall’incontro con luoghi d’arte. Le narrazioni che seguono offrono sguardi soggettivi e intimi, capaci di cogliere l’essenza della città attraverso l’esperienza diretta.

Gaia Di Lorenzo rievoca momenti conviviali con artisti e curatori tra Testaccio e Trastevere; Nicola Zanella ci accompagna nel cuore elegante della città, tra gallerie e piccoli cani, fino a San Lorenzo, raccontato da Ludovica Palmieri come museo a cielo aperto tra storia e street art. Il fotografo Massimiliano Tuveri, che ha seguito gli autori nei loro percorsi, restituisce in immagini la densità emotiva dei luoghi visitati.

Ne emerge un racconto corale in cui Roma è al tempo stesso scenario e protagonista, nodo vitale di una rete artistica che trova nel Rome Gallery Weekend 2025 un’occasione di connessione e visibilità condivisa. 

 

Derive romane tra Ostiense, Testaccio e Trastevere

Testo: Gaia Di Lorenzo         

Massimiliano Tuveri, 2025

Gaia Di Lorenzo è un’artista che da anni vive e lavora tra Testaccio e Trastevere. Scrive questo testo come occasione per prendersi una libertà rara: attraversare nella mente i luoghi di tutti i giorni senza uno scopo preciso. Ne esce una guida sensoriale fatta di vecchi amori che riaffiorano e supplì. Un piccolo atto di resistenza quotidiana sotto forma di camminata che è insieme fuga e ritorno.

Una mattina, presa dal desiderio di camminare, mi misi il cappello, lasciai il mio studio – o stanza degli spiriti – e scesi in fretta le scale, diretta in strada. 

Massimiliano Tuveri, 2025

Appena fuori, l’aria ha un sapore di metallo bagnato, e il sole riflette sulle vetrine come un proiettore fuori fuoco. Il primo pensiero va al cinnamon roll di Marigold. Inutile, lo so: ha appena chiuso per sempre. Ma davanti alle saracinesche abbassate, sento ancora odore di cannella. Proseguo, passo davanti alla Trattoria Pennestri. Forse al ritorno mi fermerò per le patate schiacciate e la zucca gratinata con ricotta e menta. Via Ostiense è un organismo nervoso. Mi avviluppa, come dentro un intestino meccanico.

Poco più in là, il Cimitero Acattolico si apre come un’isola silenziosa tra strade indiavolate. Le lapidi silenziosamente affrante, si voltano al mio passaggio, le vedrei se un tratto mi girassi. Sono il mio posto prediletto per prendere il sole in compagnia di gatti. Alla ricerca di un posto tranquillo dove sdraiarmi, scorgendo per caso un angolo tranquillo lì accanto, spossata come mi sentivo, mi accomodai il meglio possibile sul terreno soffice, al riparo dell’ombra triangolare. Sento la terra sotto di me pulsare lievemente, come se respirasse. Resto così a lungo, finché il languore dello stomaco non mi riporta in piedi. Il caos gentile della Via Marmorata mi presenta un dilemma: mangiare perfettamente da Augustarello ma rischiare che un vicino di tavola mi parli oppure assaggiare una serie di innominabili verdure romane incredibili da Piatto Romano?

Massimiliano Tuveri, 2025

A Testaccio bisogna guardare in tre direzioni: in alto per le case, a livello strada per i negozi, e nei seminterrati per le associazioni culturali, le fondazioni d’arte e le botteghe. E’ così che trovo Officine Ceramiche. Scendo qualche gradino, entro piano.

Il Nido invece si trova dentro “il bucataio” un volumetto al centro di un edificio popolare. Dentro, un cerchio di madri e neonati. Una ragazza minuscola tiene il piede sollevato, avvolto da un foulard. Dice: “Solo una storta.” Ma l’occhio sinistro trema, come se stesse trattenendo
un’onda.

Antonio è fuori da Il Grottino, pizzeria romana migliore in città. Sta spalmando la ricotta dentro fiori di zucca. C’è un certo calore nel modo in cui mi parla anche solo del più e del meno.

Massimiliano Tuveri, 2025

Attraverso il Tevere, che ha il colore delle monete vecchie. I sampietrini di via di San Michele mi costringono a rallentare. Alzo lo sguardo verso il finestrone ad arco che immagino da sempre trasformato in un refettorio. Non so dire perché, ma ogni volta ci vedo una lunga tavolata, cani,
gatti e pennuti che mangiano con forchetta e coltello in un silenzio raccolto. 

Per merenda, tappa obbligata al Forno di Via dei Genovesi per la focaccia con la mortadella spennellata d’olio. Camminando, arrivo fino a piazza dei Ponziani: Mirò Restauro. Il laboratorio è minuscolo, ma sembra infinito. Dentro, tre restauratrici parlano con i mobili. Li chiamano per nome, li rassicurano.

Massimiliano Tuveri, 2025

Massimiliano Tuveri, 2025

Cammino ancora. Le strade di Trastevere si piegano su sé stesse. L’ora si fa gentile, il cielo si abbassa. Entro da La Punta e ordino un Santa Sangre, l’unico cocktail che mi dia gioia. Lo bevo lentamente, sento che mi cambia la temperatura interna, come se qualcuno avesse abbassato le luci. Poi la cena. In via della Luce, Controluce. Un rifugio dove un’insenatura della strada accoglie pochi.

La notte si stende su Trastevere, I sanpietrini riflettono la luce come squame. L’ultima tappa è una preghiera laica: Ai Marmi. I supplì sono fritti in maniera particolare. La panatura è accennata appena ed è il chicco di riso a scrocchiare. Mi ricorda la prima volta che ho mangiato qui.
Giovane e impressionabile accompagnavo un manico di curatori e artisti milanesi a cena a Roma. Tra loro un uomo alto, meno misterioso dei suoi abiti. Mi chiese se credevo che mi fosse realmente affezionato ed io, in segno di dubbio e d’incredulità abbassai gli occhi e gli risposi
“no”. Le circostanze mi indussero a partire, e così ci perdemmo.

Mi alzo per ritornare a casa: è già tardi e tutto si è fatto buio.

*Alcune frasi/paragrafi sono tratti, con adattamenti, da La Passeggiata, di Robert Walser,
Adelphi Edizioni, 1919

Massimiliano Tuveri, 2025

Indirizzi citati (e non)

The Gallery Apart: Via Francesco Negri, 43, 00154 Roma RM
s2o Sara Zanin Project: Via Baccio Pontelli, 16, 00153 Rome
Trattoria Pennestri: Via Giovanni da Empoli, 5, 00154 Roma
Cafè du parc: Piazza di Porta S. Paolo, 00153 Roma
Cimitero Acattolico: Via Caio Cestio, 6, 00153 Roma
Tram Depot Testaccio: Via Marmorata, 13, 00153 Roma RM
VETRERIATESTACCIO: Via Aldo Manuzio, 5, 00153 Roma
s2o Sara Zanin: Via Alessandro Volta, 34, 00153 Rome
Piatto Romano: Via Giovanni Battista Bodoni, 62, 00153 Roma
Augustarello a Testaccio: Via Giovanni Branca, 100, 00153 Roma
Fondazione Giuliani: Via Gustavo Bianchi, 1, 00153 Roma RM
Officine Ceramiche: Via Rubattino, 3, 00153 Roma
Il Grottino: Via Marmorata, 165, 00153 Roma
Associazione Il Nido – Casa Maternità a Testaccio: Via Marmorata, 169, 00153 Roma.
Al Forno di Trastevere: Via dei Genovesi, 8/11, 00153 Roma
ADA: Via dei Genovesi 35, 00153 Roma
Sant’Andrea De Scaphis: Via dei Vascellari, 69, 00153 Roma RM
T293: Via Ripense, 6, 00153 Roma RM
Enoteca Cuverie: Via Santa Cecilia, 1, 00153 Roma RM
Cantina Ripagrande: Via di Ripagrande, 21, 00153 Roma
Mirò Restauro: Piazza dei Ponziani, 7, 00153 Roma
La Punta Expendio de Agave: Via di Santa Cecilia, 8, 00153 Roma
Biscottificio Innocenti: Via della Luce, 21, 00153 Roma
Gessi Eredi Baiocco: Via di San Francesco a Ripa, 67, 00153 Roma
Controluce: Via della Luce, 44, 00153 Roma RM
Ai Marmi: Viale di Trastevere, 53-59, 00153 Roma

Laggiù dove vivono i Pomerania

Testo: Nicola Zanella         

La bellezza di Roma è sempre stata plasmata dalla brama del potere, quello degli imperatori e quello dei Papi. Roma lega da sempre il suo destino al potere e a chi lo vuole possedere. Le differenze con il passato? La brama è rimasta la stessa, ha solo perso il suo senso estetico.

Massimiliano Tuveri, 2025

Ode a Veronica Siciliani Fendi

Veronica ha due volpini di Pomerania, Lilo, una femminuccia e Stitch un maschietto ipertricotico, hanno vari cuginetti in giro per Roma, Trenet ad esempio. Senza dimenticare i compianti Capucine e Frida. I Pomerania abitano vie prestigiose: via Giulia, via dei Coronari, La Cassia e L’Appia, purché antiche, prediligono il lusso eroso dal tempo di quelle strade piuttosto che i Parioli o l’Olgiata, zone più adatte a Labrador o Barboncini. Sono autoctoni di Roma centro, è il loro habitat naturale, un po’ come la Casilina lo è per i cinghiali.

Massimiliano Tuveri, 2025

Saranno passati un paio d’anni, quando al St Regis galleria Continua organizza un talk, un talk sull’arte, altri dettagli sono superflui e comunque da tutti dimenticati. Tra i partecipanti alla conversazione l’allora assessore alla cultura Gotor, in abito dai colori spenti e accanto a lui, bellissima, un po’ dea e un po’ eroina manga, Veronica, che ha tenuto in braccio durante tuttoiltalkconlassessore Stitch, una nuvola rossiccia. Non ricordo di cosa hanno parlato Veronica e Gotor, e neppure di quello che ha detto Stitch, forse un wuuf appena accennato e un po’ infastidito. Ma che importa quello che è stato detto, quel quadretto, con l’assessore di sinistra in dialogo col Pomerania del centro è una scena epica che racconta dell’assoluta superiorità intellettuale di Veronica verso il grigiore del mondo e i suoi affanni, verso le ambizioni e le convenzioni borghesi, verso la noia quotidiana. La serata è poi proseguita come al solito: la sala era piena e in un attimo tutti si sono riversati sui frittini gentilmente offerti, eh no, non c’è nobile in tutta la città che non perda il suo aplomb aristocratico per un frittino gentilmente offerto. Tutti tranne Antonio Valentino, lui l’aplomb non lo perde mai.

Massimiliano Tuveri, 2025

Un breve tour delle gallerie.

Le gallerie d’arte del centro sono luoghi di ritrovo di una fauna autoctona, che in ogni parte del mondo sarebbe assolutamente disfunzionale ma qui si è perfettamente adattata, molti di loro si definiscono collezionisti, alcuni lo sono davvero. La vera avanguardia culturale che Roma può offrire al mondo è proprio questa umanità variegata e colorita, tutto sommato felice.

Tornabuoni è arrivato da poco ma ha capito da subito lo spirito del luogo, invita a cene sontuose, a Palazzo Colonna, una mandria di affamati che non compreranno mai neanche un catalogo, il sottoscritto compreso. Ma che importa Andrea e Arianna sono anime antiche prestate alla modernità, saggi in ogni luogo e dove. Le loro, in verità, non sono cene ma offerte agli dei e sanno che prima o poi Roma li ricompenserà, senza fretta.

La più eroica è Giuseppina, autoproclamatasi la Pepi, da Pasolini ad Almodovar è un attimo. Dirige la sede romana di Gagosian, o meglio quella che i locali hanno rinominato Gaggosciàn. Imperterrita, stoica, indomabile ogni 3 mesi ci propone un un’artista, con prezzi che con un’opera ti compri un attico in Piazza di Spagna. Probabilmente pochi di questi capolavori hanno trovato casa all’interno del raccordo anulare ma la sua tenacia e la sua resistenza nel voler globalizzare il nostro gusto estetico da provinciali meritano almeno un plauso, e pure un bonifico di incoraggiamento!

Massimiliano Tuveri, 2025

In piazza Campitelli abbiamo Mattia de Luca, ah no Mattia non lo posso citare perché non fa parte di Contemporanea, ma voi un salto fatecelo comunque. In via Margutta c’è un ristorante vegetariano molto buono il Margutta, un lavasecco imbattibile per togliere le macchie di pomodoro che mi faccio al Margutta e soprattutto c’è Richard Saltoun, direttamente da Londra che propone il programma di mostre più raffinato della città. Richard ancora non parla una parola d’italiano, ma ultimamente si nota una certa inflessione romanesca ogni volta che dice: Hello, do you want to buy this amazing painting of this incredible female artist of 97 years old, completely unknown, born in Indonesia and raised in Patagonia?

E poi c’è Giovanna, la ribattezzata Patty del Tevere, in onore di Patrizia Sandretto. Icona archeo-contemporanea, ha trovato il suo posto nel mondo tra i resti della Basilica Ulpia. A Forof mette in dialogo archeologia e arte contemporanea ma soprattutto mette in dialogo anime perse della Roma bene che a Forof hanno il loro rifugio mondano-spirituale. Le mostre sono sempre molto belle così come i suoi outfit verde metallizzato.

Cosa resterà di noi, a Roma centro?

Ogni mattina, al risveglio, tutti gli abitanti del centro, ricevono un messaggio subliminale, a mandarlo è la città stessa: “e tu, Cojone, davvero ti affanni tanto per gli scorni quotidiani? Guardami! Io nella mia indolenza sono diventata eterna.”

L’unica cosa davvero Contemporanea, così simbiotica al tempo presente, è la gioia. Se la declini al passato diventa nostalgia, al futuro è solo un’utopia.

Massimiliano Tuveri, 2025

San Lorenzo un caleidoscopio di poetiche e visioni

Testo: Ludovica Palmieri         

Con oltre 60 artisti, 10 spazi espositivi e più di 50 opere di Street Art, oggi San Lorenzo, a ridosso delle mura aureliane, tra la Stazione Termini e l’Università La Sapienza, si può considerare l’Art District più vivace della città. Luogo vibrante e dinamico, caratterizzato da una vocazione all’arte che risale agli anni Settanta, quando un manipolo di artisti, sulla base di un impulso spontaneo, ha trasformato il Pastificio Cerere, da ex fabbrica dismessa in fucina dell’arte.

Massimiliano Tuveri, 2025

Nunzio, Ceccobelli, Dessì, Gallo, Pizzi Cannella e Tirelli, diversi per ricerca e modalità espressive ma vicini per età e spinti dalla necessità di darsi una collocazione, dal 1973, con il benestare delle proprietarie, convertirono l’ex pastificio nella sede dei loro studi; innescando un movimento che trovò consacrazione nell’84 con Ateliers, mostra a cura di Achille Bonito Oliva in cui per la prima volta si aprirono le porte degli studi, rendendo celebre il luogo e i suoi abitanti come Gruppo di San Lorenzo. E se negli anni, l’ensemble iniziale è cambiato, l’identità del luogo si è rafforzata, fino alla nascita, nel 2004 della Fondazione Pastificio Cerere, inaugurata con l’esposizione Residenti. Un’impresa possibile grazie all’interessamento e alla collaborazione del nuovo proprietario Flavio Misciattelli; complice, già nel 2002, della creazione dello spazio espositivo condiviso, aperto con la mostra Interno F.M. Oggi il Pastificio, oltre all’ormai ventenne Fondazione e agli atelier di moda, accoglie artisti come: Pietro Ruffo, Gianni Politi, Leonardo Petrucci; e un polo universitario della RUFA – Rome University of Fine Arts.

Massimiliano Tuveri, 2025

Una crescita endemica che prosegue in maniera vivace e sfaccettata lungo molteplici direzioni. Perché, accanto alle realtà nate dal basso, fioriscono anche opere frutto di una studiata progettualità, come dimostra l’apertura, nel 2021, della prima Soho House italiana, private members club e hotel. Circolo esclusivo che si distingue per l’attenzione alla scena artistica locale, alimentata da una collezione in costante divenire; ultimamente affiancato da un’altra realtà alberghiera e associativa di ultima generazione: The Social Hub Roma, nell’area dell’ex Dogana.

Massimiliano Tuveri, 2025

Massimiliano Tuveri, 2025

A Roma, San Lorenzo si presenta dunque come un caleidoscopio di poetiche e visioni, alimentato anche dall’attività di ricerca condotta, oltre che dall’ormai storico MLAC, Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, da tre importanti gallerie: Monitor, Matèria e Gilda Lavia che, recentemente, hanno individuato nel quartiere la collocazione ideale per le proprie sedi romane. Circostanza che, secondo un indirizzo diffuso a livello internazionale, i galleristi hanno tradotto in un’opportunità, all’insegna della cooperazione e del sostegno reciproco; organizzando opening congiunti ed eventi condivisi che trasformano periodicamente il quartiere in un hub del contemporaneo, in cui convergono studenti, critici, curatori oltre naturalmente agli artisti.

Numerose sono dunque le prospettive da cui affacciarsi sul mondo dell’arte a San Lorenzo. E tra queste, sicuramente affascinante è il punto di vista degli artisti; protagonisti del quartiere, di cui costituiscono un’importante comunità, con i loro studi che, disseminati lungo tutta l’area, si rivelano scrigni di effervescente creatività. Luoghi legati al passato e proiettati nel futuro; tra cui spicca, per citarne uno, Palazzo Sartorio, storico atelier dello scultore Ottocentesco che oggi accoglie Paolo William Tamburella; Emiliano Maggi; Davide Quayola; Cyril De Commarque; Tommaso Fagioli e Costanza Chia.

Massimiliano Tuveri, 2025

In prima linea nella produzione di pensiero critico e narrazioni alternative anche i centri di ricerca, come Numero Cromatico, collettivo di studiosi e critici che, dal 2011, coniuga neuroscienze e arti visive, promuovendo un approccio scientifico all’arte contemporanea attraverso la rivista Nodes. Ombrelloni Art Space, spazio dedicato allo studio e alla ricerca che, oltre agli atelier di artisti come Krizia Galfo, Cristallo e Alberto Maggini, ospita anche progetti espositivi temporanei. Ancora, giovani spazi indipendenti, no-profit e project space, come La galleria delle Arti e Monti8.

Infine, non va dimenticato che la dimensione artistica di San Lorenzo non è solo teorica ma decisamente concreta, nella misura in cui il quartiere, per tutti i murales che lo abitano, si può visitare come un museo a cielo aperto. Rione operaio e storicamente ribelle, San Lorenzo fu uno dei distretti più colpiti durante la Seconda Guerra Mondiale, per questo caratterizzato oggi da numerosi muri ciechi, superfici ideali per ospitare le creazioni dei più grandi street artist italiani e internazionali. Opere cariche di significati che, attraverso immagini dall’impatto forte e immediato, affrontano questioni urgenti, come memoria, identità, marginalità, mettendo al centro valori fondamentali senza mai banalizzarli. Lavori da scoprire passeggiando nel quartiere, per lasciarsi stupire dall’originalità delle forme, dalla fragranza dei colori e dal coraggio dei messaggi. Tra i tanti interventi: Liberazione di Laika realizzato lo scorso 24 aprile. Un omaggio a tutte le forme di Resistenza che, ponendo al centro una partigiana e una donna palestinese, diventa anche un gesto di solidarietà e denuncia. Spirito invincibile di Manuela Merlo in arte Uman, contro la violenza sulle donne. Patrimonio indigeno di Lucamaleonte; ancora gli interventi di Alice Pasquini, Sten&Lex, Luogo Comune, Leonardo Crudi e molti, molti altri. 

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Biografie
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LUDOVICA PALMIERI

Ludovica Palmieri è nata a Napoli. Vive e lavora a Roma, dove ha studiato Storia dell’Arte all’Università Roma Tre e un master alla Luiss Business School. Durante gli studi ha svolto diverse esperienze di tirocinio, come curatrice e giornalista. Subito dopo ha iniziato a collaborare con diverse realtà nel mondo dell’arte, dal MACRO a gallerie come Monitor. Nel frattempo è diventata giornalista, regolarmente iscritta all’albo, si è formata come ufficio stampa e ha portato avanti diversi progetti indipendenti in ambito curatoriale. Oggi Ludovica svolge l’attività di giornalista in ambito artistico per Artribune e, come freelance su altri temi, per diverse testate, fa la consulente per alcune realtà nel settore della comunicazione e continua a curare selezionati progetti espositivi. 

 
AGiorgio Benni info@giorgiobenni.it
GAIA DI LORENZO
Gaia Di Lorenzo è un’artista e educatrice con base a Roma. La sua ricerca ruota attorno ai comportamenti collettivi e al loro ruolo nei processi di autoidentificazione. È stata visiting tutor presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e Milano. Nel 2018 Gaia ha fondato CASTRO, un programma di apprendimento sperimentale con sede a Roma. Gaia è socia fondatrice di ART WORKERS ITALIA, un’associazione nata con l’obiettivo di dare voce ai lavoratori dell’arte contemporanea in Italia. Entrambe le attività, quella per CASTRO e quella per AWI, parallele alla sua pratica artistica, riflettono il suo interesse per le dinamiche collettive e il ruolo dell’artista nella società contemporanea.
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NICOLA ZANELLA
Nicola Zanella, scrive per Il Sole 24 Ore, l’Espresso e Il Giornale dell’Arte dove ha ideato la sezione Arte & Imprese. È specializzato in argomenti come la relazione tra arte e azienda, il collezionismo e la diplomazia culturale, l’economia dei territori. 
È consulente per diverse realtà corporate e istituzionali in materia di sviluppo di progetti culturali e comunicazione, tra le collaborazioni passate e presenti Artissima, Aidaf, legacoop, BNL BNP Paribas, Spazio Leonardo. Ha insegnato al master di management dei beni culturali alla Luiss Business school. Ricopre spesso il ruolo di giurato in premi artistici e di speaker in talk.
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MASSIMILIANO TUVERI

Fotografo professionista, Ambassador Leica e docente universitario di fotografia. Contributor di Getty Images e Kodak Photography, lavora come freelance e visual producer per svariati magazine online e stampati. Il suo lavoro si estende oltre i confini nazionali, documentando arte, design, architetture e interni, esplorando la complessa relazione tra l’essere umano e lo spazio. Il suo impegno nel campo della fotografia è stato riconosciuto nel 2016 quando il Corriere della Sera, attraverso un’intervista sul mensile Style Magazine, lo ha inserito tra i 6 fotografi italiani di architettura più influenti sul web. Questo è stato solo l’inizio di un percorso ricco di successi e riconoscimenti.

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È un’agenzia creativa che opera al confine tra arte, design e comunicazione.
Dal 2017, con base a Milano, connette aziende e creativi per dare forma a progetti che lasciano il segno.
Specializzata in direzione creativa, eventi e strategie di comunicazione, coltiva un’attitudine sartoriale con un focus sull’arte e il collectible design, generando connessioni e collaborazioni inedite tra brand, artisti e designer.
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